IL PASSERO SOLITARIO Giacomo Leopardi











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Il passero solitario di Giacomo Leopardi, poesia, scritta nel 1829 e inclusa nei Canti , è uno degli esempi più emblematici del pensiero e della sensibilità del poeta recanatese. • Tematiche principali • La poesia affronta diversi temi, tipici della produzione leopardiana: • Solitudine e isolamento: il passero solitario simboleggia il poeta stesso, che osserva la vita da una posizione distaccata, separata dalla felicità e dalle attività degli altri. • Riflessione sull'esistenza: il passero, come il poeta, trascorre il suo tempo in solitudine, riflettendo sulla vita e osservando la felicità degli altri senza parteciparvi. • Transitorietà della giovinezza: la primavera rappresenta la giovinezza, un periodo di gioia che però è destinato a passare rapidamente. • Natura e vita: la descrizione della primavera, con la sua vitalità e bellezza, contrasta con la solitudine del passero e del poeta, mettendo in evidenza la loro esclusione dalla gioia naturale. • Struttura e Stile • La poesia è composta da una serie di strofe di lunghezza variabile, che creano un ritmo meditativo e riflessivo. La musicalità dei versi è enfatizzata dalle rime e dalle allitterazioni, che contribuiscono a creare un'atmosfera malinconica. • Simbolismo • Il passero: simbolo della solitudine e del distacco, il passero solitario rappresenta la condizione esistenziale di Leopardi, isolato e contemplativo. • La torre antica: rappresenta un punto di osservazione elevato, da cui il passero/poeta guarda il mondo senza parteciparvi. • La primavera: simbolo della giovinezza e della vitalità, che però non coinvolge il poeta isolato nella sua riflessione. • l passero solitario è composta da tre strofe di lunghezza variabile, cono libera alternanza di endecasillabi e settenari; le rime non seguono uno schema metrico prefissato (e spesso abbandonano la posizione liminare per presentarsi come rime al mezzo, es. armenti - contenti ). • Il ritmo dilatato e vago del componimento è conferito grazie all’ampio utilizzo di enjambements (vv. 1-2; vv. 5-6; vv. 9-10; vv. 15-16; vv. 17-18...). • La poesia è costituita da una lunga apostrofe all’uccello, ideale interlocutore del poeta (solo nell’ultima strofa il passero solitario sarà sostituito da amore in una nuova apostrofe). Un’altra figura retorica cardine del testo è il parallelismo che il poeta instaura tra sé e l’uccello. • Altra figura retorica fondamentale è la metafora: la primavera rappresenta la giovinezza; il tramonto il termine della gioventù. • Al di là di questi interventi macroscopici, il testo presenta una trama di figure retoriche più sottile, di cui vale la pena sottolineare: • -numerose allitterazioni; • -anafore: non (vv. 13-14), quasi (vv. 23-24), odi (vv. 29-30), che (vv. 56-57); • -chiasmi: brilla nell’aria, e per li campi esulta (v. 6), greggi belar, muggire armenti (v. 8); • -anastrofi: dell’anno e di tua vita il più bel fiore (v. 16), del viver mio la primavera (v. 26), di natura è frutto (v. 48), di vecchiezza / la detestata soglia (vv. 50-51). • #leopardi #letteraturaitaliana #maturità

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