Venere il paradiso all’improvviso
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Attraverso l’oculare di un telescopio ottico, per quanto potente, il pianeta Venere si presenta ai nostri occhi avvolto in uno spesso cappotto di nubi. Un’atmosfera irrespirabile, fatta di anidride carbonica e acido solforico, pressocché impenetrabile, se non al radar delle sonde spaziali che, negli anni di missioni verso il secondo pianeta del Sistema Solare, ci hanno regalato immagini mozzafiato di montagne, crateri e vulcani, che punteggiano la superficie del pianeta. • Calda, soffocante, inabitabile. Questa è Venere. • Immaginiamo però un momento di poter riavvolgere il nastro degli eventi e tornare un istante prima che tutto questo accadesse, che il Sistema solare prendesse la piega che ben conosciamo. Immaginiamo. Per assurdo. Di poter spostare anche solo un granello di polvere sul tavolo del grande esperimento che ci ha inesorabilmente portati fino a qui. Siamo sicuri che il risultato sarebbe lo stesso? • È quanto si sono domandati i ricercatori statunitensi e canadesi che firmano uno studio appena pubblicato su Astrobiology. La risposta? Se le condizioni iniziali nel Sistema solare fossero state impercettibilmente diverse, Venere sarebbe un pianeta lussureggiante e piena di vita, la Terra un sasso arido e inospitale. • Parliamo di alterazioni modellabili e studiabili attraverso l’osservazione di altri sistemi planetari, in particolare quelli in fase di formazione. Se ampliamo il concetto di zona abitabile, insomma, la vita non è necessariamente legata alla distanza di un pianeta dalla sua stella. • Servizio di Davide Coero Borga. • --- • INAF-TV è il canale YouTube di Media INAF (http://www.media.inaf.it/)
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