Marco Pantani











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Marco Pantani (Cesena, 13 gennaio 1970 – Rimini, 14 febbraio 2004) è stato un ciclista su strada italiano, con caratteristiche di scalatore puro . Professionista dal 1992 al 2003, considerato tra i più forti scalatori, ottenne in tutto 46 vittorie in carriera con i migliori risultati nelle corse a tappe, vincendo un Giro d'Italia, un Tour de France e la medaglia di bronzo ai mondiali in linea del 1995. Soprannominato il Pirata , con grandi doti di fondo e di recupero oltre che di scattista, è stato l'ultimo dei ciclisti (dopo Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain) ad aver realizzato l'accoppiata Giro-Tour ovvero la vittoria al Giro d'Italia e al Tour de France nello stesso anno. Escluso dal Giro 1999 a seguito di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, Pantani risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda e, pur tornato alle gare non molto tempo dopo, raggiunse solo sporadicamente i livelli cui era abituato. Caduto in depressione, morì il 14 febbraio 2004 a Rimini[4], per intossicazione acuta da cocaina con conseguente edema polmonare e cerebrale, così come provato dall'autopsia. Nacque alle ore 11:45 del 13 gennaio 1970, all'Ospedale Bufalini di Cesena, figlio secondogenito di Ferdinando Pantani detto Paolo e di Tonina Belletti, la quale vendeva piadine nel lungomare di Cesenatico[5]. Fino al 1978 abitò nella casa in via Saffi a Cesenatico, di proprietà dei nonni Sotero e Delia[6]. Trascorse un'infanzia serena; non eccelse negli studi scolastici, ma si buttò a capofitto nello sport, nella caccia e nella pesca, che praticava con la compagnia rispettivamente del padre e del nonno[6]. Dopo essersi cimentato da giovanissimo nel mondo del calcio, ricevette in regalo una bicicletta dal nonno Sotero e capì immediatamente di essere portato per il ciclismo. Decise di tesserarsi nel G.C. Fausto Coppi di Cesenatico e mostrò subito indubbie doti di grande scalatore, vincendo molte gare: il primo successo fu quello delle Case Castagnoli di Cesena, in un tracciato curiosamente pianeggiante, il 22 aprile 1984. Nel 1986 vivrà i primi due sfortunati incidenti che ne caratterizzeranno la carriera: un giorno, durante un allenamento, si distrae e finisce contro un camion fermo e rimane in coma un giorno; successivamente, una volta ripresosi, sbatte in discesa contro una macchina e rimane in ospedale una settimana con varie fratture. Nel 1990 fu terzo al Giro d'Italia dilettanti, nel 1991 secondo e nel 1992 vinse davanti a Vincenzo Galati e Andrea Noè. Nel 1993 partecipò al primo Giro d'Italia per professionisti, ritirandosi a poche tappe dalla conclusione per una tendinite mentre era 18° in classifica. Nel 1994 passò alla Carrera del ds Davide Boifava. La sua esplosione come ciclista professionista avvenne al Giro d'Italia di quell'anno, con le vittorie di tappa a Merano, all'Aprica e con il secondo posto nella classifica generale finale, alle spalle di Evgenij Berzin.[8] Nella frazione dell'Aprica scattò sul Mortirolo, lasciando dietro il russo Evgenij Berzin e lo spagnolo Miguel Indurain: dopo aver preso fiato ed essersi fatto riprendere da Indurain, sul valico di Santa Cristina riattaccò andando a vincere la tappa. Al suo debutto al Tour de France chiuse terzo in classifica generale, dietro al lettone Pëtr Ugrumov e a 7'19 dal vincitore, lo spagnolo Miguel Indurain, aggiudicandosi pure la maglia bianca di miglior giovane. Nella tappa di Val Thorens, malgrado una brutta caduta, riuscì a staccare tutti i più forti e a giungere terzo al traguardo. Mentre era in piena preparazione al Giro d'Italia 1995, un incidente con un'automobile lo costrinse a puntare sul Tour de France. Nella corsa francese si ritrovò presto, anche a causa delle condizioni del ginocchio, ad avere un grosso ritardo dalla vetta della corsa. Il 12 luglio, sull'Alpe d'Huez, andò comunque all'attacco a 13 km dal traguardo, staccò i principali avversari, raggiunse e superò il gruppetto di testa riuscendo a ottenere la vittoria di tappa. Alcuni giorni dopo, nella tappa pirenaica di Guzet Neige, trovò il secondo successo, questa volta dopo una lunga fuga di 42 km. Concluderà la Grande Boucle in tredicesima posizione della generale, vincendo nuovamente la maglia bianca. Nel Campionato mondiale disputatosi in Colombia quell'anno, si classificò terzo dietro Abraham Olano e Miguel Indurain. Proprio quando sembrava agli inizi di una grande carriera, il 18 ottobre, sulla discesa di Pino Torinese, fu investito da un fuoristrada che viaggiava in senso contrario sulla sede di gara durante la Milano-Torino. Venne ricoverato al CTO di Torino dove gli fu riscontrata una frattura di tibia e perone e il rischio di una prematura interruzione dell'attività agonistica. • Da Wikipedia, l'enciclopedia libera • This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License. ( CC BY - SA ) • https://granbazzar2017.altervista.org/

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