Montecchio Maggiore e Villaverla











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#VIZZARDI78, #[email protected], #Vizzardi Riccardo • Montecchio Maggiore (Montécio in veneto) è un comune italiano di 23 181 abitanti[2] della provincia di Vicenza in Veneto. • Il nome deriva dal latino monticulus, propriamente monticello o piccolo monte. Il suffisso Maggiore è stato aggiunto per distinguerlo da altri comuni o località con lo stesso toponimo, tra i quali il poco distante Montecchio Precalcino. • Il paese si colloca a ovest di Vicenza, nel confluire della valle del Chiampo e della valle dell'Agno. Proprio nel comune castellano il torrente Agno cambia nome in Guà nel quale sfocia il torrente Poscola. • Confina (a partire da nord in senso antiorario): • a nord: Castelgomberto, Trissino • a ovest: Arzignano, Montorso Vicentino, Zermeghedo • a sud: Montebello Vicentino, Brendola • a est: Altavilla Vicentina, Sovizzo. • La morfologia del terreno comunale è prevalentemente pianeggiante, anche se a nord-est si sviluppa una zona collinare, troneggiata dai due castelli della Bellaguardia e della Villa, comunemente detti Castelli di Romeo e Giulietta . • Altre zone collinari si sviluppano nelle frazioni di Santissima Trinità, Sant'Urbano e Alte Ceccato in località Selva. • Storia • Magnifying glass icon mgx2.svg • Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino. • Preistoria • In seguito al rinvenimento, nei primi anni del Novecento, di manufatti, piccole selci, terrecotte e soprattutto sepolture umane, in particolare nelle aree collinari del paese, Montecchio Maggiore sembra essere abitata sin dai tempi dell'Eneolitico e dell'Età del bronzo.[5] • Dal secondo millennio a.C. la regione fu abitata da popolazioni di origine protoligure (2500-1700 a.C.), poi dagli Euganei (1700-900 a.C.) e infine, dal IX secolo a.C., dai Veneti. • Epoca romana • Nell'attuale territorio di Montecchio Maggiore passava un tratto dell'antica Via Postumia, che ha reso frequenti i contatti tra la popolazione veneta e i Romani, rapporti che si cementarono sempre più anche per difendersi dalle frequenti incursioni nel territorio veneto di un nemico comune: i Galli. • Dopo il conferimento della cittadinanza romana ai popoli transpadani nel 49 a.C. e l'attribuzione del titolo di Municipium alla città di Vicenza, Montecchio venne definita come pagus , il distretto rurale romano circoscrizione minore del municipium, governato da magistrati dipendenti dalle autorità municipali. • Sono numerose le testimonianze archeologiche dell'epoca romana rivenute nel territorio di Montecchio Maggiore. In particolare, nella zona dell'antica Pieve di Santa Maria e San Vitale, zona in cui ora sorge l'Ospedale Civile, sono state ritrovate alcune iscrizioni funerarie, probabilmente risalenti al I o al II secolo d.C. • Sono state rinvenute anche colonne militari, ovvero cippi che segnavano la distanza da Roma o dalla città più vicina. Esse risalgono al IV secolo d.C., epoca in cui l'imperatore Costantino eseguì un'importante opera di ristrutturazione stradale. Questi reperti, recuperati sempre nella zona della Pieve, permettono di supporre l'esistenza di una strada romana di penetrazione verso la valle dell'Agno e del Chiampo nella zona dell'attuale bivio di San Vitale. • Epoca medievale • In epoca medievale Montecchio vive nell'ambito dell'Impero e per quanto riguarda l'ordinamento feudale di livello regionale nell'ambito della Marca Veronese, legata ai Duchi di Carinzia per buona parte almeno del secolo XI. • Sul finire di quest'ultimo secolo, si suppone che la famiglia dei Bongiudei avesse posto la propria signoria feudale nel territorio di Montecchio in qualità di vassalli del vescovo conte che in quel momento dominava il territorio vicentino. • Epoca moderna • Secondo la tradizione, suffragata da alcuni documenti riportanti testimonianze originarie, a Montecchio avrebbero soggiornato l'imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e Re di Spagna Carlo V, mentre scendeva verso Bologna per essere incoronato Re d'Italia nel 1530 e Napoleone Bonaparte, Imperatore dei francesi e anch'egli Re d'Italia. • La leggenda di Romeo e Giulietta • Sebbene la patria universalmente riconosciuta di Romeo e Giulietta sia la città di Verona, la funzione dei due manieri di Montecchio (noti, per l'appunto, come Castelli di Romeo e Giulietta ) può non essere così priva di importanza nell'ottica almeno dei presupposti artistici che determinarono l'ideazione, l'ambientazione e la stesura della novella. Una leggenda senese sembra essere la fonte più lontana da cui trasse origine la tradizione letteraria che Shakespeare tradusse in una tragedia immortale: fu Masuccio Salernitano (1415-1476) a dare per primo veste letteraria a questa leggenda, con la novella I due amanti senesi inserita nel suo Novellino, in cui si narra la fine tragica dell'amore contrastato dei due protagonisti, Mariotto e Ganozza.

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