Cirrosi epatica e paradontite











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Negli studi più recenti che i ricercatori stanno portando avanti in questi anni, si stanno concentrando sempre più sul microbiota orale. • Il riconoscimento che arriva dalla letteratura così come nei riguardi del carcinoma colon rettale, soprattutto quello di destra e quindi il collegamento con i patogeni del cavo orale, soprattutto quelli che producono il biofilm, la stessa cosa si sta manifestando su tutta una serie di patologie; per cui negli ultimi anni sono usciti più lavori scientifici che collegano per esempio la disbiosi del cavo orale, quindi un’alterazione del microbiota orale con patologie come il Parkinson, come l’Alzheimer, come l’artrite reumatoide e come le patologie del fegato, in particolare sulla cirrosi e la steatosi epatica non alcolica. • Tanto che alcuni scienziati hanno ipotizzato che potesse esserci un’asse bocca-microbiota-fegato. La cirrosi epatica è una delle patologie del fegato più frequenti al mondo ed è anche una patologia con esiti nefasti perché la cirrosi può comunque sviluppare dei tumori del fegato ma la cosa fondamentale è che questa cirrosi porta due tipi di complicanze frequenti che sono la patologia cerebrale cirrotica e le infezioni. Per cui la stragrande maggioranza delle nostre terapie sono orientate a evitare le infezioni e a lavorare sulle encefalopatie ovvero sulla funzionalità del fegato. • La letteratura a cui faccio riferimento ha trovato all’interno della cavità buccale un’associazione con la cirrosi in particolare la parodontopatia, quelle patologie che riguardano le gengive e la bocca. Questo è il motivo per cui si sta guardando con attenzione sia a misurare la disbiosi del cavo orale sia a capire se intervenendo sulla disbiosi del cavo orale ci possa essere una relazione a livello terapeutico che porti a un miglioramento della cirrosi. • In questo momento sono abbastanza deludenti le terapie, infatti la stragrande maggioranza delle volte che noi andiamo a intervenire su un’infezione in un paziente con la cirrosi è perché usiamo sempre lo stesso farmaco, sempre la stessa molecola, che è un antibiotico non assorbibile chiamato rifampicina. Ed è proprio a causa della disbiosi che c’è un livello di fondo d’infiammazione costante. • Un gruppo di ricercatori, in un lavoro del 2020, ha dimostrato che lavorare sul parodonto e quindi non con gli antibiotici a livello sistemico, che lavorano nell’intestino, sono intervenuti nella bocca e hanno dimostrato che, facendo una terapia del parodonto e quindi una buona igiene orale e utilizzando degli antibiotici ma soprattutto dei probiotici a livello orale, si ottiene il cambiamento della qualità della disbiosi a livello fecale e la riduzione dei processi infiammatori ovvero delle sostanze infiammatorie che venivano misurate a livello fecale. • Se questo video ti è piaciuto, iscriviti al canale: • 👉 https://bit.ly/youtubedottgabrieleprinzi

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